L'aggettivo "buono" copre una famiglia di significati
alquanto
articolata.
Con esso, infatti, si indica per esempio
non solo una qualità degli
individui nella dimensione etica;
non solo una disposizione caratteriale
positiva,
una forma di mansuetudine e docilità;
ma anche la capacità di incidere
positivamente
sulle papille gustative, accezione, questa,
che ricorre con una
certa frequenza, nel campo della gastronomia.
Ebbene, l'aggettivo "buono",
predicato al cioccolato,
assume insieme tutte e tre queste sfumature di
significato.
Quanto al primo degli aspetti considerati,
sono di empirica evidenza gli effetti
positivi sull'umore,
e quindi la sua indiretta incidenza sulla sfera interiore
ed etica di ciascuno di noi:
e la scienza non ha fatto altro che confermare,
quella che è una esperienza comune
a tutti i consumatori di cioccolato.
Circa il tripudio di gusto, cui sa dar vita, resta poco
da dire,
se non biasimare fortemente quei pochi individui
cui il cioccolato non
piace.
Ciò che invece si scopre,
utilizzandolo come ingrediente in cucina,
nella
branca della pasticceria,
è la sua straordinaria adattabilità,
la sua capacità
di presentarsi nelle forme più svariate,
solida, liquida, in polvere,
a rendere il
cioccolato un buon ingrediente,
oltre che un ingrediente buono.
Mansueto, al
punto da assecondare ogni più ardita fantasia!
A pummarola 'ncoppa
è lieta di ospitare